Stiamo vivendo un tempo particolarmente difficile a causa dell’emergenza Convid19.
Non usciamo più, restiamo chiusi in casa e viviamo le nostre giornate tra le mura domestiche con la nostra famiglia (per chi è più fortunato!).
Un tempo che sembra volerci allontanare, che vuole farci perdere le speranze e la meraviglia del contatto umano. Ma sono cerca che il legame delle relazioni umane si rafforzi in questo tempo, nonostante le distanze fisiche. Con la tecnologia possiamo “incontrare” i nostri cari, affacciandoci al balcone possiamo far due chiacchiere con i nostri vicini, alla finestra sentiamo il canto degli uccellini. Ogni momento rappresenta una nuova occasione per cogliere la bellezza della vita.
Ma a venirci incontro può anche essere altro.Si tratta di un pacco di beni alimentari.
Qualcuno lo ha definito “pacco da giù”, descrivendo quello mandato dai genitori meridionali ai propri figli e”emigrati” al nord. Oggi più che mai, quel pacco ha un profondo valore simbolico.
Non solo un contenitore, ma un veicolo di gioia, un racconto di lavoro e di sentimenti da condividere con chi resta a casa.
Il suo arrivo ha il sapore del dono, una forte emozione, come se si trattasse di una sorpresa. Una sorpresa fatta di ingredienti semplici e veri, pronti a trasformarsi in gustosi pranzi da vivere insieme, per dare un sapore più dolce a questo periodo.
“Quando si apre un pacco di pasta si sente il profumo della crosta di pane, di fiori, perché la buona farina profuma!”: grazie Elisabetta per le tue dolci parole, e grazie a tutti voi che avete scelto Mio Padre è un Albero e che credete nei piccoli produttori che ogni giorno si impegnano per dar valore alla terra e ai suoi frutti.
Grazie per avermi permesso di essere al vostro fianco ogni giorno, sulla vostra tavola, perchè così, anche oggi, possiamo essere più uniti e attendere insieme una nuova primavera.
Spero in quel pacco vi arrivi tutto il calore del mio abbraccio 💚
